A 68 anni dona un rene al figlio 50enne. Lui si salva: “Mi hai dato la vita due volte”

L’amore di Graziella Cenci. L’amore di una mamma per il proprio figlio che figlio resta fino alla fine. Graziella Cenci, 68 anni, lo ha dimostrato tutti. Nonostante l’età ha teso la mano al figlio Valerio di 50 anni. Ha fatto qualcosa di grande, di unico: gli ha donato un rene per tirarlo fuori dalla dialisi a cui era costretto tre volte alla settimana. Il calvario di quest’ultimo si prolungava dal 2014: non c’erano donatori compatibili. Così Graziella Cenci ha provato a vedere se proprio lei poteva fare qualcosa.

“È stata una grande emozione, indescrivibile, bellissima, è come se avessi donato la vita una seconda volta al mio Valerio. Posso dire di essere diventata mamma di lui per due volte”, racconta Graziella Cenci a veronasettegiorni.it. I problemi per Valerio sono iniziati 5 anni fa, quando “è venuto a sapere di avere un’insufficienza renale molto grave. Si accorse di avere dei problemi perché aveva dei sintomi strani, perdeva i sensi, aveva la pressione altissima. Quando venne ricoverato all’ospedale di Bassano del Grappa, si capì che tutto nasceva dai reni che col tempo hanno smesso di funzionare” racconta la mamma. Continua dopo la foto


“Valerio – spiega Graziella – ha iniziato a fare le dialisi, tre volte a settimana, per quattro anni e mezzo. Fu inserito in lista d’attesa per un trapianto di rene dopo due anni, ma non se ne trovavano di compatibili”. Poi il miracolo. Adesso l’uomo è potuto tornare a condurre un’esistenza normale dopo il trapianto del rene donato dalla mamma. “Dopo otto mesi dall’intervento sono tornato a lavorare, ma soprattutto non devo più fare le dialisi, non sto più male” dice Valerio. Continua dopo la foto

Quindi continua: “Ho sofferto a stare tanto in ospedale, ma ora vivo la mia seconda vita. Non finirò mai di ringraziare mia mamma per avermi fatto nascere una seconda volta. Il suo rene lo conserverò al meglio” dice Valerio. I reni svolgono una funzione essenziale e indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo in quanto, oltre a permettere attraverso la produzione di urina di eliminare sostanze altrimenti tossiche per il nostro organismo, sono anche in grado di regolare e mantenere in equilibrio alcuni fattori che permettono il regolare funzionamento del nostro metabolismo. Continua dopo la foto

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Il trapianto di rene può essere eseguito prelevando l’organo o da un donatore cadavere o da un donatore vivente. Le persone che possono donare un rene ad un proprio famigliare sono i consanguinei di primo grado (genitori, figli, fratelli) ma anche i famigliari non consanguinei (per esempio il coniuge). Il vantaggio del trapianto di rene da donatore vivente è legato alla sua programmabilità, spesso ad una maggiore compatibilità, ad una probabilità di successo lievemente superiore al trapianto da donatore cadavere ed a tempi di attesa più certi rispetto trapianto di rene da donatore cadavere.

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Pubblicato il alle ore 13:01 Ultima modifica il alle ore 13:06