“Chemsex”, è il sesso chimico la nuova ossessione dei giovani. Allarme rosso

Avete mai sentito parlare di sesso chimico? Si tratta di una moda che è partita dalla Gran Bretagna, si sta diffondendo velocemente e può essere davvero molto pericolosa. Il chemsex è la grande preoccupazione di medici e specialisti, soprattutto ora che sta prendendo piede ovunque diffondendosi a macchia d’olio. Sì, è arrivato anche in Italia.

Non ne avete mai sentito parlare e siete curiosi di sapere in che consiste? In pratica si tratta nel consumo di droga prima di un rapporto: i due partner lo fanno per avere un rapporto più piacevole e prestazioni migliori. Follia pura, nient’altro. A lanciare l’allarme di questa moda pericolosa è l’Asa, cioè una onlus che si occupa proprio di questo. Il fenomeno anche da noi è arrivato al punto che a Milano è stato aperto uno sportello per chiedere aiuto… I numeri non ci sono ancora, quel che è certo è che il consumo di droghe prima dell’amore è pericoloso. Continua a leggere dopo la foto


Il consumo di droghe prima di una “performance” mette a rischio il benessere fisico della persona, ma porta anche a comportamenti sbagliati. Il cosiddetto “sesso chimico” altera la percezione del momento e porta le persone a correre rischi. Per esempio? Tanti uomini, presi da quel senso di onnipotenza provocato dalle droghe, eviteranno di mettere il preservativo con tutto ciò che questo gesto comporta. Anche perché il “chemsex” è tipico dei rapporti occasionali. Continua a leggere dopo la foto



Ah! Esiste anche un codice che, nelle chat, fa distinguere le persone che amano avere rapporti di questo tipo. Quale è il codice? Un diamante accanto al nome. Ora capiamo quali sono le droghe che vengono assunte per questo tipo di “incontro intimo”. Quasi sempre Mdma, crystal, ghb, mefdrone e chetamina, il tutto condito da abbondanti dosi di alcol e cannabis. Il pericolo maggiore? Oltre alle gravidanze indesiderate e le malattie sessualmente trasmissibili anche la dipendenza. Continua a leggere dopo la foto

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“C’è chi soprattutto all’inizio riesce a mantenere una discreta qualità di vita, ma anche tanti che sono rimasti schiacciati – ha spiegato la psicoterapeuta dell’Asa, Alessandra Bianchi, all’AdnKronos Salute –. Ricordo un professionista che ha fatto 4 mesi a casa con ricovero in psichiatria e ha bloccato tutto e tutti per evitare di cadere di nuovo nell’incubo. Un altro mi ha raccontato di crisi e allucinazioni, di un ragazzo che in preda alle paranoie girava in casa col coltello per paura che qualcuno gli facesse del male. Sono casi estremi, ma non così isolati. E l’overdose, il cedimento dell’organismo, non sono spettri lontani”.

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Pubblicato il alle ore 13:07