Tumore al seno, la verità sconcertante. Cosa si è saputo sul cancro femminile più diffuso

Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne. Come riporta il sito dell’Airc, è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica del sesso femminile. Il tumore al seno è quindi un male terribile. Quel che è venuto fuori negli ultimi giorni, però, è sconcertante. Secondo i risultati dello studio americano ‘Tailorx’, condotto su 10.273 donne con la forma più comune della malattia (cioè con recettori ormonali postivi e Her2-negativo), la chemioterapia può essere evitata nel 70% dei casi. Basterebbe un test basato su 21 geni. Lo studio in questione è stato presentato nel congresso dell’Asco. Come hanno confermato i ricercatori, il risultato dello studio “avrà un impatto immediato, risparmiando a migliaia di donne gli effetti collaterali della chemio”. Il che significa che, solo in Italia, 3.000 pazienti ogni anno potrebbero evitare la chemioterapia. È proprio questo il risultato dello studio che è il più grande mai condotto sulle terapie per il tumore al seno. Continua a leggere dopo la fotoI risultati parlano chiaro: non tutte le donne, dopo l’intervento chirurgico, hanno bisogno di fare la chemio. Secondo lo studio, infatti, non ci sono evidenze che dimostrino un miglioramento in termini di sopravvivenza dalla malattia quando la chemio era aggiunta all’ormonoterapia. Come riporta il sito dell’Ansa, il test misura, con un punteggio da 1 a 100 sulla base dell’espressione di 21 geni, il rischio di recidiva a 10 anni e individua quali pazienti possono trarre beneficio dalla chemio. Come si esegue il test? Con una biopsia su un campione di tessuto: le donne con punteggio basso (0-10) dovrebbero ricevere solo ormonoterapia e quelle con punteggio alto (26-100) avrebbero bisogno anche della chemioterapia. Continua a leggere dopo le foto

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“C’era incertezza su quale fosse la giusta terapia per le donne con punteggio intermedio 11-25. Ora lo studio dà una risposta definitiva: la chemio può essere evitata nel 70% delle pazienti con cancro iniziale, limitandola a quel 30% per il quale porterà beneficio. Infatti, in un periodo di follow-up dello studio di 7,5 anni, si è evidenziato che la sola ormonoterapia non era meno efficace della chemio più ormonoterapia, nelle pazienti con punteggio 11-25, in termini di sopravvivenza e ricomparsa della malattia”, ha spiegato il responsabile dello studio Joseph Sparano, dell’Albert Einstein Cancer Center di New York. Lo studio in questione cambia tutto. “Da oggi in poi trasformerà la terapia e lo farà in meglio, perché migliaia di donne potranno evitare la chemio, con tutti i suoi effetti collaterali, pur continuando a raggiungere eccellenti risultati sul lungo periodo”, ha commentato l’esperto Asco Harold Burstein.

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Pubblicato il alle ore 10:38